Le isole, o celle robotizzate, sono sempre più diffuse in campo industriale, soprattutto in ottica “industria 4.0“; la loro progettazione deve seguire una norma specifica.
La direttiva macchine contempla non soltanto le macchine viste come unità singole ma anche quello che viene chiamato un insieme di macchine, ovvero un insieme di unità disposte e comandate in modo tale da avere un funzionamento solidale.
Gli insiemi di macchine, per essere correttamente marcati CE, devono essere dotati di:
La norma di riferimento per le isole robotizzate è la UNI EN ISO 10218-2:2011.
Questa norma si applica ad insiemi che comprendono almeno un robot e altre macchine o quasi-macchine che lavorano in maniera coordinata con i robot.
Ma cos’è un robot? La norma UNI EN ISO 10218-1:2012 definisce robot un manipolatore multifunzione programmabile in tre o più assi.
Un aspetto fondamentale nella norma delle isole robotizzate è la definizione degli spazi.
Vengono definiti:
La norma UNI EN ISO 10218-2:2011 specifica i requisiti di sicurezza per l’integrazione di robot; tale norma descrive i pericoli e le situazioni pericolose identificate con questi sistemi e fornisce i requisiti per eliminare i pericoli o ridurre adeguatamente i rischi.
Con riferimento ai possibili movimenti del robot ed ai relativi spazi, la norma UNI EN ISO 10218-2:2011 riporta le seguenti definizioni:
La zona di movimentazione massima del robot (maximum space) è generalmente più ampia della zona protetta mediante protezioni perimetrali (safeguarded space); in tali casi, la zona ristretta del robot (restricted space) deve essere limitata e, per quanto possibile, prossima alla zona operativa del robot (operating space).
Nel caso in cui le protezioni perimetrali vengano utilizzate come limite per i movimenti del robot, spazio protetto (safeguarded space) e spazio ristretto (restricted space) coincidono.
In corrispondenza delle stazioni di lavoro (ad esempio per il carico), possono essere richieste misure supplementari allo scopo di proteggere gli operatori (limiti dinamici, sensori di interblocco, ecc.).
I mezzi per limitare i movimenti del robot possono essere:
Come limitazione del movimento del robot possono essere utilizzate le protezioni perimetrali, purché non possano essere deformate in modo pericoloso in caso di mancato arresto del robot; se ciò non è vero le protezioni perimetrali devono essere esterne alla zona di movimento.
Dispositivi progettati e costruiti per proteggere il robot (ad esempio sensori anti-collisione oppure dispositivi che rilevano le sovracorrenti) non sono adeguati ad essere utilizzati come dispositivi per limitare i movimenti dei robot, a meno che non siano conformi alle indicazioni di cui alla norma UNI EN ISO 10218-1:2012.
Le limitazioni software definiscono forme geometriche qualsiasi nelle quali il robot non può entrare o dalle quali il robot non può uscire.
Le limitazioni software di sicurezza dei movimenti dei robot possono essere utilizzate per determinare lo spazio ristretto, tenendo in considerazione le posizioni di arresto effettivo a velocità e carico massimi.
I sistemi che controllano il movimento sicuro degli assi devono soddisfare i requisiti per il PL=d e categoria 3 della norma UNI EN ISO 13849-1:2016 e devono essere modificabili solo da persone autorizzate.
La violazione dei limiti software di sicurezza deve provocare un arresto di sicurezza.
Le limitazioni dinamiche consistono nelle modifiche automatiche dello spazio ristretto durante una porzione del ciclo di lavoro della cella robotizzata.
Limitazioni dinamiche del movimento dei robot possono essere utili, ad esempio, in caso di robot che asservono più postazioni di carico / scarico manuale.
Mezzi per realizzare limitazioni dinamiche del movimento dei robot possono essere sensori azionati da camme, barriere fotoelettriche, laser scanner o fermi meccanici retraibili.
I circuiti di comando associati devono soddisfare il PL=d e la categoria 3 della norma UNI EN ISO 13849-1:2016 o il SIL 2 con tolleranza ai guasti 1 della norma CEI EN 62061:2005.
Le istruzioni per l’uso devono indicare chiaramente le limitazioni dinamiche del movimento dei robot adottate.
Riassumendo:
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